Francesco Totti ospite d’onore a Mosca scatena polemiche. Vittorio Feltri lo difende, criticando il politicamente corretto.
La presenza di Francesco Totti a Mosca per l’International RB Award ha acceso un acceso dibattito in Italia e oltre i confini nazionali. L’ex capitano della Roma, amatissimo dai tifosi, si trova ora al centro di una controversia che mescola sport, politica e diplomazia. I social si sono scatenati con accuse pesanti: c’è chi lo definisce “venduto ai rubli”, chi lo accusa di essere filorusso e chi lo associa, senza mezzi termini, a un sostegno implicito alla guerra in Ucraina.

Totti: un invito che diventa un caso politico
L’evento a cui Totti parteciperà è un riconoscimento sportivo che negli anni ha visto la partecipazione di numerosi campioni internazionali. Eppure, nel clima attuale, la presenza di un’icona del calcio italiano a Mosca è diventata un caso mediatico e politico. Se nel 2020 la partecipazione di altri atleti non destava alcuna preoccupazione, oggi la situazione è diversa: la guerra in Ucraina ha reso ogni legame con la Russia motivo di sospetto e attacco.
Molti ritengono che la decisione di Totti sia inopportuna, un segnale sbagliato in un momento in cui l’Europa mantiene una posizione di condanna verso Mosca. Dall’altro lato, c’è chi vede in questa scelta un gesto indipendente, privo di implicazioni politiche, che si inserisce in un contesto sportivo e di apertura, piuttosto che di divisione.
La difesa di Feltri e la critica al politicamente corretto
Tra le voci che si sono levate in difesa di Totti c’è quella di Vittorio Feltri, noto giornalista e opinionista, che sulle pagine de Il Giornale ha risposto alla lettera di un lettore con parole chiare e provocatorie. Secondo Feltri, il trattamento riservato all’ex capitano della Roma è lo stesso riservato a chiunque non si allinei al pensiero dominante:
«Al campione Francesco Totti viene applicato il medesimo trattamento riservato a chiunque non si pieghi al dettato politicamente corretto, il quale impone che ci si inchini davanti al presidente Zelensky, onorandolo come si deve ad una vittima universale, e che, di contro, si adoperino ferocia, sdegno e riprovazione nei riguardi del presidente Putin.»
Feltri sottolinea come questo atteggiamento non abbia portato a risultati concreti, ma anzi abbia contribuito ad allontanare le possibilità di una reale mediazione e distensione. Per il giornalista, l’ostilità e le sanzioni non sono strumenti utili per la pace:
«Peccato che questo atteggiamento non abbia prodotto nulla di buono in questi tre anni e che di certo non ha agevolato la pace, che si costruisce necessariamente mediante il confronto, l’apertura, il dialogo, non di sicuro attraverso l’ostracizzazione, l’isolamento, l’esclusione, le sanzioni, gli insulti.»
Ma allora perché Totti non dovrebbe recarsi a Mosca? Feltri si chiede perché mai l’ex calciatore non possa partecipare a una manifestazione sportiva, come già accaduto in passato:
«Perché mai l’ex calciatore non dovrebbe recarsi a Mosca per prendere parte in qualità di ospite ad una manifestazione sportiva alla quale nel 2020 hanno partecipato altri suoi colleghi? I sedicenti pacifisti risponderanno che erano altri tempi, che nel 2020 Putin non aveva aggredito ancora l’Ucraina. Va bene. Ma i tempi sono nuovi anche ora.»
Il discorso più ampio di Feltri
Infine, il giornalista lega la questione a un discorso più ampio sulla posizione dell’Europa nella gestione della crisi:
«Procediamo verso la fine delle ostilità, oggi Trump e Putin si sentiranno al telefono per parlare di distensione, tregua, negoziato, parecchi passi sono stati compiuti in tale senso nelle ultime settimane e seguitare a mantenere un comportamento negativo e astioso verso la Russia danneggia l’Europa, che non dovrebbe essere esclusa dalle trattative di pace ma che pure si sta autosabotando.»
Secondo Feltri, dunque, Totti ha fatto bene ad accettare l’invito. Senza volerlo, ha inviato un segnale che va oltre il calcio:
«Io vedo con favore la scelta di Totti di partecipare a tale evento, andando a Mosca ufficialmente, non dico come ambasciatore di pace, ma di sicuro quello che arriverà dall’Italia sarà un messaggio e un segnale di disgelo, anche perché Totti è un simbolo nazionale. Insomma, er Pupone segna un bel gol. E quanti lo stanno insultando sulla rete ne capiscono poco di politica, di diplomazia, di relazioni internazionali e anche di guerra e pace.»